Marco Perugini | Wellness Coach Trainer TRX Allenamento Alimentazione Consulente Nutrizionista DOMS

Intolleranza al Lattosio: sintomi e cure

L’intolleranza al lattosio è un tipico caso di intolleranza enzimatica. Le intolleranze enzimatiche, che possono essere congenite o acquisite, sono caratterizzate dall’incapacità, da parte dell’organismo, di riuscire a metabolizzare alcune sostanze che si trovano negli alimenti.
L’intolleranza al lattosio, intolleranza abbastanza diffusa nella popolazione, è causata da un difetto delle disaccaridasi (enzimi che hanno il compito di metabolizzare i carboidrati) più specificamente dalla carenza di lattasi, carenza che fa sì che l’organismo non riesca a digerire il lattosio, uno zucchero che rappresenta la quasi totalità dei carboidrati presenti nel latte (98% circa). La lattasi ha il compito di scindere il lattosio in zuccheri più semplici (glucosio e galattosio) permettendone il successivo assorbimento a livello gastrointestinale. Non è detto che tutti i soggetti carenti di lattasi presentino una sintomatologia rilevante a livello clinico; quando però ciò succede il soggetto viene definito come intollerante al lattosio. L’incidenza a livello percentuale di intolleranza al lattosio varia significativamente a seconda delle zone. Negli Stati Uniti, la carenza di lattasi colpisce il 22% circa della popolazione adulta; in Europa la situazione è abbastanza variegata; nell’Europa meridionale i soggetti che presentano tale difetto sono circa il 70%, nell’Europa centrale la percentuale si aggira attorno al 30% mentre l’incidenza percentuale è decisamente minore nell’Europa settentrionale, si attesta infatti attorno al 5%. Non vi sono particolari differenze di incidenza fra sesso maschile e femminile.
Nella maggior parte dei soggetti, la presenza dell’enzima inizia a diminuire a partire dall’età di due anni, ma è abbastanza raro che la sintomatologia si presenti prima dei sei anni di età.

I sintomi dell’intolleranza al lattosio

La sintomatologia più comune relativa all’intolleranza al lattosio si verifica a livello gastrointestinale; i sintomi si presentano generalmente entro poche ore dall’ingestione di latte o comunque di cibi che contengono significative quantità di lattosio e consistono in dolori e crampi addominali, sensazione di gonfiore e tensione a livello intestinale, aumentata peristalsi con borborigmi, flatulenza, meteorismo, scariche diarroiche con feci poltacee, acquose ed acide. Come si può osservare, i sintomi non sono particolarmente specifici dal momento esistono molti disturbi che presentano un quadro sintomatologico simile. L’intensità dei sintomi può variare a seconda dei cibi che si associano agli alimenti contenenti lattosio; se si ingeriscono alimenti contenenti lattosio assieme a cibi ricchi di carboidrati, che velocizzano la fase di svuotamento gastrico, è possibile che le manifestazioni sintomatologiche siano più intense; al contrario, se insieme al lattosio si inseriscono cibi più ricchi di proteine o lipidi è possibile che la sintomatologia sia di minor intensità o addirittura assente.

Intolleranza al lattosio: la diagnosi

La certezza della diagnosi di intolleranza al lattosio si ha solo attraverso l’esecuzione di esami di laboratorio. Poco pregio ha il consiglio di diagnosticare l’intolleranza al lattosio eliminando dalla dieta gli alimenti che contengono questo carboidrato e osservare se i sintomi scompaiono; come già accennato in precedenza, la sintomatologia presente nell’intolleranza al lattosio è abbastanza aspecifica e potrebbe essere dovuta, per esempio, a un’allergia alle proteine del latte.
Un esame che è possibile eseguire, nel caso di sospetta intolleranza al lattosio, è quello delle feci; nel caso di carenza di lattasi le feci risultano avere un pH<5,5 e sono presenti sostanze riducenti a indicazione del fatto che siamo in presenza di un malassorbimento di carboidrati; l’esame non è totalmente specifico perché tali risultati si ritrovano anche in molte altre patologie caratterizzate da un malassorbimento glicidico. Un test altamente specifico è invece il Breath Test al Lattosio, un esame semplice, non invasivo ed economico anche se ha il difetto di avere una durata non minimale. Il test è basato sul fatto che, se non vi è carenza di lattasi, il lattosio viene scisso in glucosio e galattosio permettendone un rapido assorbimento a livello gastrointestinale senza che vi sia una significativa produzione di idrogeno; al contrario, se il lattosio non viene metabolizzato, le reazioni di fermentazione cui verrà sottoposto dalla flora batterica intestinale faranno sì che la produzione di idrogeno sia elevata; l’idrogeno verrà successivamente assorbito a livello ematico e una parte di esso sarà espirata dai polmoni; il test misura il livello quantitativo di idrogeno che viene espirato sia prima che dopo la somministrazione di lattosio consentendo di verificare l’eventuale carenza dell’enzima deputato alla scissione di questo carboidrato. L’esame viene effettuato dopo un digiuno di almeno 8 ore; nella settimana precedente l’esame non si devono assumere antibiotici, chemioterapici, fermenti lattici, latte (e suoi derivati) e lassativi. La dieta della sera precedente l’esame prevede riso all’olio e carne o pesce con condimento a base di olio.
La durata del test è di circa 4 ore; in questo lasso di tempo è possibile bere acqua, ma non è permesso né mangiare né fumare.
Una metodica invasiva, invero quasi mai necessaria per diagnosticare l’intolleranza al lattosio, è la biopsia della mucosa del piccolo intestino.

Come si cura l’intolleranza al lattosio

La terapia d’eccellenza in caso di intolleranza al lattosio è un regime alimentare che preveda un ridotto apporto di alimenti ricchi di lattosio (burro, latte, latticini, formaggi freschi, biscotti con latte o burro, cioccolato al latte, gelati ecc.). La riduzione di tali alimenti può essere fatta gradualmente allo scopo di verificare la soglia di tolleranza del soggetto. Se non è possibile eliminare dalla dieta determinati cibi si può ricorrere a un aiuto di tipo farmacologico; esistono infatti farmaci che se vengono ingeriti insieme agli alimenti favoriscono la digestione del lattosio.
La riduzione di alimenti contenenti lattosio porta purtroppo con sé una diminuzione dell’apporto di calcio con la dieta; è quindi consigliabile, soprattutto nei bambini, un’integrazione in tal senso. È inoltre consigliabile un’attenta lettura delle etichette dei prodotti alimentari dal momento che il lattosio è presente in moltissimi cibi pronti.
Gli amanti dei prodotti caseari, se l’intolleranza non è particolarmente grave, possono introdurre nella dieta formaggi quali il cheddar, l’edam, l’emmental e il parmigiano che sono caratterizzati da uno scarsissimo contenuto di lattosio.

Fonte: Albanesi.it