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EFFETTO PLACEBO….LA MENTE OLTRE LA CURA FARMACOLOGICA

L’effetto placebo per molto tempo è stato considerato come una distorsione nella valutazione del reale effetto di un terapia. Negli ultimi anni invece ha preso campo un filone di pensiero che inizia a guardarlo sotto un punto di vista anche psichico andando a sondare quelli che sono i complessi meccanismi del cervello umano legati al suo effetto.

Quando parliamo di placebo parliamo dell’effetto che ha una sostanza priva di principio attivo quando viene somministrata ad un gruppo di pazienti. I meccanismi alla base del suo effetto possono essere molteplici  ma quello che interessa di più a me per la trattazione di questo argomento è il concetto di ASPETTATIVA.

Perché mi interessa cosi tanto? Perché in questo ultimo periodo noto come ci sia un movimento culturale volto alla mis-credenza nei confronti della clinica e della scienza medica, che guarda con sempre piu interesse all’aspetto emotivo, emozionale,psicologico. Tutto questo genera terreno fertile per i markettari del secolo che fanno soldi speculando. E questo mi fa profondamente incazzare.

Ma non divaghiamo. Parlavo di attesa di aspettativa. Bene nel caso dell’attesa di un effetto terapeutico ecco che si produce effetto placebo. Questo non è altro che l’aver fiducia nel trattamento,nella persona che ce la somministra e nel contesto psicosociale in cui ci si trova. L’aspettativa del beneficio è quindi l’atto stesso di somministrare un trattamento in cui crediamo.

Il contesto in cui ci troviamo,quindi magari l’ambiente ospedaliero, la vista del medico con il camice l’odore dell’ospedale ci CONDIZIONA profondamente. Questo condizionamento è un aspetto  totalmente inconscio nel quale agiscono due stimoli, uno incondizionato che produce una vera e propria risposta fisiologica e uno condizionato che non produce alcuna risposta.

Esempio la vista del cibo produce salivazione ( stimolo incondizionato), lo squillo del telefono non produce alcuna risposta (stimolo condizionato). Dopo che questi due stimoli sono stati presentati però per un certo numero di volte, la sola presenza dello stimolo condizionato non produce piu risposta incondizionata che diventa ora condizionata. Lo so è un gran casino ma mi spiego meglio con un esempio.

Prendete un farmaco sotto forma di pillola rossa. La prima volta che la prendete è il principio attivo presente nella compressa a far si che vengano espletate le funzioni magari analgesiche del farmaco. Bene, dopo molte volte che vi si presenta davanti la stessa pillola rossa alla millesima volta una qualsiasi pillola rossa anche priva di prinCIPIO attivo produrrà in voi lo stesso effetto analgesico. Null’altro che EFFETTO PLACEBO.

Ma quindi la domanda è…IL PLACEBO SE FUNZIONA COSI BENE, PUO’ SOSTITUIRE IL FARMACO?

Secondo quanto asserito sopra sembra che il placebo abbia proprietà magiche e curative. In realtà assolutamente no come assolutamente No è la risposta alla domanda che ci siamo posti.

Il placebo ha un effetto che è imprevedibile in quanto la popolazione si divide in due categorie i responsivi al placebo e in non responsivi. Noi a priori non possiamo sapere a quale categoria si appartenga. Altro motivo è quello identificato ad esempio negli individui Parkinsoniani in cui l’effetto di un placebo ha durata limitata a circa 20-30 minuti per poi sparire. Questo viene oggi spiegato come “condizionamento farmacologico” o apprendimento. Sono stati condotti esperimenti  in cui a soggetti in una prima fase si somministrava una sostanza farmacologicamente inerte informandolo sul fatto che essa avrebbe provocato aumento del gh e diminuzione di cortisolo. Ovviamente nessuna variazione è stata osservata. Nella seconda fase prima di riapplicare lo stesso protocollo i pazienti hanno ricevuto due giorni di trattamento farmacologico con una sostanza che realmente aumentava gh e cortisolo. Bene ripetendo l’esperimento con placebo si sono visti questa volta aumenti plasmatici dei due ormoni. L’esperienza precedente del soggetto, quindi quella con il farmaco vero, ha condizionato il soggetto. Questo pone in grande risalto un concetto fondamentale che è quello di contesto psicosociale.

Noi sappiamo che nella pratica comune qualsiasi persona prima di prendere un farmaco è informata sugli effetti che esso avrà, quindi si aspetta un beneficio si genera cioè un aspettativa. Ma se si eliminasse l’informazione iniziale? Se si evitasse di generare l’aspettativa? Allora possiamo dividere le somministrazioni in due categorie: manifesta e nascosta. Da esperimenti effettuati negli ultimi anni si è visto come l’effetto sia decisamente e sempre più marcato nella somministrazione manifesta! Ciò che le differenzia non è altro che la componente psicologica che possiamo definire effetto placebo.

VI RICORDA QUALCOSA?  Vi ricorda per caso il ricorso a tecniche medicamentose tanto in voga quanto costose,negli ultimi tempi? Non è per caso che ci pisciano in testa e ci dicono che piove no?

A voi le riflessioni opportune.

Concludo dicendo che per valutare l’efficacia di una terapia non possiamo solo prendere in considerazione l’efficacia o meno del farmaco ma anche il contesto psicosociale, i fattori psicologici, i meccanismi di apprendimento e aspettativa legati al trattamento stesso.

“ l’acqua fresca può costituire di per sé una terapia senza bisogno di postulare in essa la presenza di sostanze sconosciute o di invocare meccanismi misteriosi. Perché ciò che produce l’effetto non è l’acqua di per sé, ma la mente del paziente.”

 

 

 

 

Liberamente tratto,riassunto e rielaborato da “ STRESS E VITA” DI  FRANCESCO BOTTACCIOLI

 

LA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE (IBS) E IL RUOLO DEL CIBO

La sindrome dell’intestino irritabile è un disturbo del tratto gastrointestinale associato a dolore addominale e alterazione dell’alveo intestinale.

La classificazione dell’IBS viene fatta sulla base della forma delle feci in

  • IBS con costipazione
  • IBS con diarrea
  • IBS misto

E un 4 tipo di IBS definibile come sottotipo.

Questa sindrome è estremamente presente nel mondo industrializzato occidentale e seppur con l’assenza di reali marker per l’identificazione, si stima che la prevalenza sia nell’ordine del 10-15%; Il che ne fa uno dei disturbi del tratto gastrointestinale più frequenti.

La patogenesi è ancora poco chiara ma alcuni fattori sono stati identificati come papabili protagonisti e responsabili nel determinare la sua presenza nell’uomo. Tra questi giocano un ruolo l’asse “ brain-gut” ovvero cervello-intestino, fattori psico-sociali, fattori genetici e un’alterata funzionalità della barriera intestinale con modifiche al microbiota.

In tutta questa incertezza, ciò che sembra invece assodato è che il cibo giochi un ruolo decisivo nell’IBS, tanto che circa un 60% di coloro che sono affetti da IBS lamentano peggioramento dei sintomi dopo un pasto in un tempo stimato tra i 15 minuti e le 3 ore. Questo porta i soggetti ad avviare una ricerca diretta all’identificazione di quei cibi “non tollerati”. Il 62% dei pazienti con IBS limita o esclude autonomamente cibi dalla loro dieta. Per questo, le raccomandazioni dietetiche date a coloro che sono affetti da FGIDs ovvero “functional gastrointestinal disorders , sono basate molto più sull’empirismo che su linee guida certe e approvate.

Il cibo è un melting pot di nutrienti, la cui ingestione attiva una complessa risposta da parte del tratto gastrointestinale. Questa complessità spiega come sia realmente difficile identificare un singolo cibo come responsabile della sintomatologia dell’IBS.

3 maccanismi sono stati proposti da Gibson per spiegare l’interazione cibo-IBS.

  • Via “immune activation” ovvero una ipersensibilità al cibo.
  • Via “direct action of bioactive molecole” ovvero la biochimica del cibo.
  • Via “luminal distension”

VIA “IMMUNE ACTIVATION”

Il termine “allergia al cibo” è usata tipicamente per descrivere una risposta avversa al cibo su base immune basata su meccanismi immunopatologici mediati o non mediati da IgE.

La tabella seguente mostra quelle che sono le reazioni tipiche delle allergie mediate da IgE.

 

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Come si nota,sono raramente effetti riportati da soggetti affetti da IBS. Possiamo quindi dire che sebbene la “food hypersensitivity” gioca un ruolo nella patogenesi dell’IBS il suo ruolo certo rimane assolutamente controverso.

Esiste, o meglio è stata proposta dopo osservazione relativa ad alcuni studi, una nicchia di reazioni appartenenti sempre alla categoria dell’ ipersensibilità al cibo definita come “FAT HYPERSENSITIVITY”. Alcuni soggetti affetti da IBS dopo ingestione di grassi riportano l’inizio di sintomi gastrointestinali anormali.

 

VIA “DIRECT ACTION OF BIOACTIVE MOLECOLE”

L’esempio classico che viene riportato per spiegare questa tipologia di meccanismo è relativo alla reazione ai salicilati. Queste sostanze, presenti in molti cibi a concentrazioni differenti, sono in grado di causare una abnorme produzione di leucotrieni, inibendo le ciclo ossigenasi in maniera molti più marcata nei soggetti affetti da IBS rispetto a quelli sani.

Le tipiche manifestazioni cliniche comprendono ovviamente sintomi gastrointestinali come dolore addominale, meteorismo, colite e diarrea.

 

VIA “LUMINAL DISTENSION”

L’attività della lattasi inizia fisiologicamente a diminuire dopo i primi mesi di vita nei mammiferi e negli umani circa il 70% degli adulti sperimenta un decremento di tale enzima. Che cosa accade dunque? Il lattosio non viene idrolizzato e assorbito nel piccolo intestino , ma passa cosi com’è nel colon dove i batteri fermentanti producono gas e acidi grassi a catena corta che producono sintomi simili a quelli dell’IBS. Ad ogni modo la presenza di questa intolleranza al lattosio è simile nei soggetti sani rispetto a quelli con IBS, tanto che questa sensazione di mal tolleranza non può essere usata come criterio per identificare una vera e propria “ intolleranza al lattosio”. Molto probabilmente quindi sono dei componenti specifici del latte a giocare un ruolo nell’IBS, piuttosto che un decremento della lattasi. L’unica via resta quella di limitare/eliminare prodotti lattiero caseari dalla dieta.

Altre sostanze in gradi di scatenare problematiche intestinali sono i cosi detti FODMAPs acronimo di “fermentable oligosaccarides, disaccharides, monosaccharides and polyols. Queste sostanze limitatamente assorbite e dotate di potere osmotico arrivano all’intestino, richiamano acqua e inducono produzione di gas grazie alla fermentazione operata dai microorganismi qui residenti. I sintomi al tratto gastrointestinali sono gli stessi visti fino ad ora nei pazienti con IBS. Ad oggi una dieta a basso contenuto di FODMAPs rimane una delle migliori strategie nella cura all’IBS. Per le prime 6-8 settimane si eliminano dal programma dietetico tutti i cibi sospetti di provocare sintomi al GI. A poco a poco si reintroducono alcuni cibi per testare la tolleranza individuale fino ad identificare quali cibi realmente siano i responsabili dei sintomi di malessere gastrointestinali. La diarrea osmotica risulta anche da un largo consumo di polialcoli come xylitolo, mannitolo, maltitolo, lactitolo e isomaltosio per cui esiste una certa quota individuale di tolleranza e sicurezza. Questi zuccheri sono usati in tutte quelle bevande dolci a basso contenuto calorico. Tipicamente infatti chi ne fa un largo uso sperimenta poi problemi al tratto gastro intestinale, gonfiore e diarrea.

Come poi non menzionare il glutine? La letteratura scientifica ha ipotizzato l’esistenza di un sottogruppo di individui affetti da IBS con una “ undiagnosed non celiac gluten sensitivity” i quali si crede rispondano bene dall’eliminazione del glutine dalla loro dieta. Da studi effettuati per sondare tale relazione però, si è visto come non ci siano evidenze circa il fatto che il glutine induca sintomi gastrointestinali nei soggetti non affetti da celiachia. Molto probabilmente la spiegazione risiede nel fatto che gli stessi alimenti che contengono il glutine sono altamente fermentabili, poco assorbibili e la produzione di acidi grassi a catena corta produrrebbe gli stessi sintomi dell’IBS.

Menzione particolare spetta poi al microbiota. Oggi sappiamo come la nutrizione possa realmente modificare l’ambiente batterico interno. Recentemente infatti è stato proposto un ruolo determinante del microbiota nell’eziopatogenesi dell’IBS.

CONCLUSIONI

Per concludere e riassumere quindi abbiamo visto come il cibo sia davvero in grado di avviare i meccanismo di innesco dell’IBS. Tutto ciò legato a 3 modi principali di agire:  ipersensibilità al cibo, presenza di molecole biologicamente attive nei cibi e distensione del lume intestinale. Oltre a questo come si sa ormai il microbiota gioca davvero un ruolo cruciale. Negli ultimi anni poi l’attenzione si è spostata ai cibi contenenti FODMAPs i quali potrebbero accentuare o addirittura provocare essi stessi la genesi di IBS.

Ciò che ancora manca in realtà è una terapia dal funzionamento certo per alleviare e curare in maniera definitiva i sintomi dell’IBS.

 

Fonti:

  • World J Gastroenterol 2014 July 21; 20(27): 8837-8845 ISSN 1007-9327 (print) ISSN 2219-2840
  • https://www.hindawi.com/journals/ijd/2016/5967907/

 

SGARRO LA DOMENICA E IL LUNEDI PESO SEMPRE 2 KG IN PIU’…(IO) SONO STANCO!!!

Marco io sono stanca di arrivare ogni lunedi, pesarmi e travarmi INGRASSATA DI 2 kg!!! E’ possibile che una pizza mi faccia perdere tutti i risultati di una settimana di lavoro?

Cara/o io sono stanco di sentirvelo dire!!! 🙂

No scherzo ( manco tanto in realtà). A tutti e dico tutti i 7 miliardi di persone sul globo è capitata la stessa identica cosa almeno una volta nella vita. Tutta la settimana ligio al dovere, il peso scende a meraviglia, poi la domenica pizza con gli amici e il lunedi puff +2kg e ogni sforzo buttato all’aria. Ma perchè?

Proviamo a spiegarlo in modo semplice semplice semplice semplie una volta per tutte.

Premessa. Il nostro corpo lavora con la priorità della salvaguardia della sopravvivienza. Tutti i paramentri organici devono necessariamente essere mantenuti entro livelli compatibili con la vita. Ad ogni nostra azione corrisponderà una reazione da parte del nostro organismo atta a controbilanciare la deviazione dal paramentro da noi causata.

Tradotto, se fai una cagata il tuo corpo che è duro a morire farà di tutto per salvarti le penne! Se cosi non fosse saremmo già estinti da un pò!

Bene, ora provate a prendere una bottiglia e metterci dentro due dita di acqua. Ffffffffffatto???? Bene ora le forbici dalla punta arrotondata……..mmmmmm ah no quello è un’altra cosa….dicevo ora metteteci dentro un bel paio di pugni di sale e mescolate. Non si sciolgie? Bene, la soluzione è troppo concentrata, è satura. Qual è la cosa da fare che vi viene in mente per poter sciogliere quel sale? Aggiungere acqua bravi. Prendete una bella brocca svuotatela nella bottiglia di prima, mescolate e magicamente il sale si sarà sciolto.

Bene ora trasferiamo questo esempio nel corpo umano. Vado a cena fuori mangio un cibo come la pizza, particolarmente salato. Dopo mezz’ora dalla fine della pizza inizio a sentirmi arso e comincio a bere che nemmeno un cammello riuscirebbe a fare meglio. Perchè? Perchè la concentrazione di sodio ( il sale usato da noi è cloruro di sodio) nel nostro corpo ha dei range entro cui può variare molto ristretti.Troppo o troppo poco sarebbero condizioni estremamente pericolose per la vita. Che cosa fa il nostro corpo. Quando la concentrazione è molto alta di questo elemento, si attivano dei meccanismi che ci inducono a bere per fare in modo che il soluto ( il sodio) venga diluito. Questo permetterà di ristabilire la concentrazione di sodio entro limiti normali. Abbiamo bevuto 1,5 litri di acqua in tutta la notte. Ma l’acqua pesa, esattamente come ogni altra cosa. Il lunedi ci svegliamo e oltre a vederci gonfi come palloni pesandoci troveremo sulla bilancia un peso maggiore rispetto a 2 gg fa! Siamo ingrassati? Ma manco per idea, siamo semplicemente inondati di acqua, una condizione che nel giro di 2 o 3 giorni scompare.

Ma non finisce qua. Tipicamente quando andiamo a cena fuori l’italiano medio sgarra con cibi contenenti carboidrati. I carboidrati hanno la caratterisitca di legare acqua una volta depositati nel nostro corpo. La tengono stretta a loro. Quindi dopo una cena con pizza e tiramisù ancora una volta non siamo ingrassati, siamo semplicemente “idratati”. Ritornando a regime anche questa è una condizione che scema nel giro di un paio di giorni.

Fine……oppure no…

 

Marco io sono stanca di pesarmi il giorno dopo essermi allenata, essermi fatta il mazzo in palestra tra corsa sala pesi,circuiti ecc, pesarmi e travarmi INGRASSATA DI 2 kg!!!

Cara/o io sono stanco di sentirvelo dire!!! 🙂

Qui le cose si complicano e renderle semplici non è semplice.

Ci proviamo.

Ci alleniamo e sudiamo come beduini del deserto. Il sudore è tipicamente formato da acqua con soluti disciolti. Sodio principalmente. Ah sto sodio ritorna sempre. ( lo vedete che togliere il sale dalla dieta se siete sani è una cagata immonda ????). Bene, ora dopo allenamento il nostro corpo è povero di questa sostanza. In aggiunta aumenta la concentrazione di potassio. Non vi interessa sapere il perchè di questi meccanismi. Funziona cosi. Sodio basso potassio alto. Questi due eventi attivano una cascata di produzioni ormonali che alla fine serviranno tutte per ristabilire l’equilibrio. Che cosa deve fare il corpo? Il corpo deve mantenere il volume plasmatico e la pressione arteriosa. Non può perdere altro sodio, blocca anche la minzione ( non fate pipi se ci fate caso subito dopo allenamento) per alcune ore o più, per evitare la dispersione di fluidi e nel contempo voi bevete, bevete bevete, l’acqua non può uscire ( l’abbiamo detto sopra) e voi vi ritrovate gonfi come palle!

 

 

Non state morendo, il corpo umano funziona cosi. Semplicemente a lui dell’estetica non interessa nulla, non gli interessa della vostra bilancia o della vostra preoccupazione. Lui lavora per voi per far si che un allenamento non sia per voi mortale. Risponde alle vostre azioni e se assecondato, capito e ringraziato può essere trasformato in una macchina perfetta.

Sgarrare humanum est, perseverare autem diabolicum.

SGARRARE “Commettere un errore o una mancanza, sbagliare” da dizionario.

Parto dalla definizione che trovate sul dizionario della lingua italiana della parola Sgarrare. Si parla di sbaglio, di una mancanza, di trasgressione ad una regola imposta. Tipicamente quando si parla di sgarro ci si riferisce, o almeno per deformazione professionale è cosi, allo sgarro alimentare. Tutto ciò che non è compreso in un programma alimentare è uno sgarro. Bhè però questo fa intendere che ci siano cibi proibiti, bannati una sorta di mela di Adamo ed Eva nell’Eden. Non sono concorde con questa visione e chi mi segue o si è trovato a lavorare con me lo sa bene. Non amo la parola eliminare primo perchè non esisite motivo di eliminare a meno che non ci sia un motivo legato a status patologico, secondo perchè nel momento in cui cali un imposizione dall’alto l’animo e la psiche umana farà di tutto per cercare di evadere da quelle sbarre che gli hai costruito intorno. Esempio pratico forte e nudo e crudo. Quanti giovani fumano erba solo perchè fa “figo”? Quanti lo fanno per non sentirsi emarginati e sfigati sociali? Una miriade. E perchè? Perchè il brivido del proibito del pericoloso da una scarica adrenalinica immensa. E se di colpo non fossero più proibite? Se fossero socialmente accettate? Sarebbe ancora da fighi? Sarebbe ancora da bulli farne uso? O verrebbe meno quel sentore di pericolo misto ” so figo e so bello vojo fa er fotomodello”?  A voi l’ardua sentenza.

Dicevo non amo eliminare cosi come non amo lo sgarro. Si ok se vogliamo ce lo raccontiamo che non si vive di sola dieta, che le occasioni sociali sono importanti e le altre tipiche scusanti di chi ha 25 kili in sovrappeso e non VUOLE dimagrire. Ma la domanda è sempre la stessa che vi ho già proposto in altre occasioni…perchè lo si fa? Ognuno per i suoi più differenti motivi. Ma non voglio fare lo psicologo di turno, oggi no, voglio semplicemente portarvi a fare due considerazioni: La prima prettamente matematica, e la seconda ti tipo Umanitario oserei dire.

Bene facciamo due conti. Sappiamo che per dimagrire a Mario serve un deficit calorico. Perfetto Mario sa che le calorie che lo farebbero restare tale e quale sono circa 2000 al giorno, ovvero la sua normocalorica. Decide quindi di impostare un taglio di circa 200 kcal al giorno. Si certo è un taglio piccolo, ma Mario lo sa che in media un ipocalorica ragionata su un soggetto che sta bene è intorno ad un  meno 10-15% non oltre ( salvo casi). Quindi Mario assume da oggi Lunedi 1800 Kcal e figo fino a sabato sera ha creato un deficit di 200*6= 1200 kcal. Mario si ricorda anche che per perdere 1 kg di grasso ha bisogno di 7000 kcal di deficit. Quindi il suo percorso sarà lungo ma lui è bravo e non ha fretta. Però viene la domenica e Mario va a pranzo fuori e continua a ripetersi che si mangerà anche il tavolo del ristorante perchè è stato bravo e se lo merita. Il suo corpo non lo sa però che giorno è, sa solo che gli arriveranno 1800 kcal come gli altri giorni. Mario ordina e la tavola lentamente si riempe di cibo. Mario alla fine del pranzo ha mangiato 3000 kcal ovvero le 1800 che gli spettavano più altre 1200. THO va giuste giuste quelle che aveva perso faticosamente in questi primi sei giorni. Mario va avanti cosi per 6 settimane. Dopo 6 settimane si pesa e rimane tremendamente deluso perchè non ha perso nulla! SI dispera, chiama il suo nutrizionista, lo insulta gli dice che è incompetente che non sa fare il suo lavoro ecc ecc.. Mario deve scaricare le sue frustrazioni! Ma mario è intelligente e lo sa che la colpa è la sua, solo ed esclusivamente la sua. Con 1 pasto libero non ragionato ha rovinato tutto.

La storia di Mario è la storia di tanti, di molti. Ma cosa vuoi che sia un pasto libero? Ma che vuoi che mi faccia uno sgarro? Certo non vi uccide ma semplicmente se non ragionato e se diventa una gara a chi mangia di più può farvi fare la fine di Mario.

Ma allora che significa che non posso uscire piu a cena con gli amici? Nessuno ha mai detto questo. Il cibo è l’elemento di socializzazione per eccellenza e per il rispetto dell’integrità psicologica di tutti va rispettato questo suo ruolo. Ma a Ristornate vi portano un menu! Lo sapevate? E sapevate che potete SCEGLIERE COSA MANGIARE?? POTETE SCEGLIERE CHI ESSERE E COSA DIVENTARE? Esatto nessuna imposizione solo una libera scelta. Se andate a cena fuori e state seguendo un programma che prevede per cena dei carboidrati, una fonte proteica, delle fibre siete a cavallo! Ma del pesce arrosto, con un contorno e delle patate lesse fanno cosi tanto schifo? Una spigola al sale con verdure miste e del pane sono una cena da dover rifiutare? C’è davvero la necessità del rimpizzarvi di cibo fritto?

 

E’ sempre questione di scelte…

MI METTO A DIETA……MA SONO SICURO DI FARLO?

Viene da me in studio una ragazza, manco il buongiorno che subito mi dice ” questo periodo un macello, ho un sacco di robe da fare, sono stressata, non ho seguito nulla di quello che mi avevi detto”…

“..buongiorno anche a te cara, accomodati, fai come fossi a casa tua…”

La frustrazione si leggeva nei suoi occhi, si perchè Giulia ( nome di fantasia) davvero ci tiene al suo corpo alla sua forma fisica e il non aver rispettato dei compiti assegnati la fa sentire in colpa, mortificata e dispisciuta.

Giulia ha davvero avuto un periodo tosto: ha cambiato lavoro, ora lavora su turni anche di notte, ha cambiato casa, si è fatta un trasloco da sola, perchè i suoi parenti abitano in un’altra regione, giulia ha davvero la giornata piena,scandita in ogni secondo. Giulia non aveva tempo di stare a guardare il grammo di ogni cosa che mangiava.

Bene credo che questa, con le dovute differenze sia una cosa che capita a molti, moltissimi di voi/noi.

In pochi realmente sono atleti, mentre in molti sono persone COMUNI il cui “fare sport” è semplicemente diretto ad un benessere globale senza alcun obiettivo prestazionale o finalizzato a competizione. Rimarco tantissimo questo aspetto perchè a mio avviso la differenza è notevolissima. ATLETI e AMATORI sono due mondi differenti. Non tutti possono essere atleti e soprattutto molti non hanno la più pallida idea di che cosa significhi esserlo.

Bene dicevamo che Giulia ha avuto un periodo tostissimo. Noto come nel 90% dei casi questo equivalga a dire ho mangiato schifezze, mi sono rimpizzata di cibo, non ho fatto sport quindi se ho messo su della ciccia…io ti avevo avvisato!

Ma Giulia era stata da me preparata a questa evenienza e sapeva come comportarsi in questi casi. Il risultato ottenuto è stato meraviglioso, Giulia ha migliorato la sua composizione corporea, e nemmeno di poco sfruttando a suo favore un fattore non di poco conto. Ma andiamo per gradi.

Mettersi a dieta, ovvero creare un deficit calorico è uno stress per l’organismo e su questo siamo tutti d’accordo, sia da un punto di vista biochimico e fisiologico sia da un punto di vista psicologico.

Ora la domanda è…Se so che da qui a 20 giorni avrò un perido estremamente tassante da un punto di vista fisico e mentale ha senso proseguire su questa strada? Ha senso proseguire, togliendo calorie e aggiungendo stress al mio corpo già impegnato a fronteggiare eventi non eliminabili come un cambio lavoro o un trasloco? No per me

Quindi prima regola per Giulia abbandonare un programma ipocalorico per passare ad uno normocalorico di mantenimento. Il programma in ipo per forza ha bisogno di un deficit, piccolo un 10-15%, roba davvero annullabile con 2 cioccolatini e 20 gr di pasta in più al giorno. Va da se che c’è in quel caso la necessità di controllare, pesare ogni alimento. Non ne abbiamo la forza mentale, finiremmo con l’annullare il deficit producendo nessun effetto sul nostro corpo con conseguente frustrazione per aver fallito e mancato l’obiettivo. Molto più sensato essere consapevoli del momento e sapere che questa fase la passeremo mantenendoci cosi come siamo, per riprendere poi la marcia quando la tempesta sarà passata.

Giulia però mi dice che non ha mangiato schifezze, ha tenuto sotto controllo in primis la qualità della sua alimentazione. Bene seconda regola per Giulia.

In un periodo di alimentazione normocalorica a sensazione, il tenere sotto controllo la QUALITA’ di ciò che mangiamo fa tutta la differenza del mondo! Essere in normocalorica potrà annullare anche la richiesta psicologica di rifugiarsi nei junk food con la conseguenza di poter riuscire a controllare qualitativamente ciò che assumiamo.

Giulia, è riuscita, perchè ormai ne ha bisogno, a mangiare 4-5 volte al giorno. Giulia ha un bell’introito calorico da dover assumere e trova conveniente per lei,frazionarlo. A seguito mediamente le indicazioni del programma

Terza regola per Giulia. Se si ha l’abitudine di mangiare 4-5 volte in questo periodo di fai da-te a sensazione è importante non cambiare le abitudini. Perchè? Perchè cambiare senza sapere dove andare può farci cadere in errori. Può far si che il pasto serale diventi un’abbuffata incontrollata. Molto meglio quindi proseguire con le nostre abitudini e cercare di assumere indicativamente quegli alimenti che avevamo nel programma anche prima. Esempio se precendentemente avevo 125 gr di mela con 7 gr di mandorle, Giulia ora prende dal suo cestino a casa una mela e un pugno di 4-5 mandorle. STOP la bilancina è rimasta dentro al cassetto e Giulia sopravviverà.

 

La finisco qua perchè mi sono dilungato già troppo e poi nessuno arriva alla fine ma vorrei ricordarvi una cosa:

Se siete persone Normali e godete di buona salute e intraprendete un percorso con lo scopo di provare a vedere come potete e quanto potete migliorare fatelo sapendo che costerà comunque della fatica, che i risultati saranno direttamente proporzionali al vostro impegno e che nessuno vi regalerà nemmeno 100 gr in meno sulla bilancia. Fatelo sapendo questo e se vedete che le condizioni non ci sono per affrontarlo, rimandatelo, seguite i consigli sopra e mantenetevi piuttosto che buttarvi a capofitto in un progetto che vi vede sconfitti in partenza con la frustrazione che ne conseguirà. Per il corpo dei vostri sogni, con il culo a mandolino e l’addome in vista c’è bisogno di sacrificio, non c’è la fortuna del metabolismo veloce ne la sfortuna delle ossa grosse.

E’ questione di priorità, ricordatevelo se non siete ATLETI.

QUANDO MI ASPETTO TANTO, MA NON OTTENGO NULLA

Lo so è Domenica e molti di voi già li vedo che sono li con gli occhi ancora abbottati di sonno, nel letto, con il cellulare in mano, lo guardano con un occhio, perchè l’altro è ancora chiuso, scorrono la pagina di Facebook e trovano questo link…” e che coioni questo, ma non c’ha na famija?..invece de scrive ste cazzate…”…

A tutti coloro che riusciranno ad aprire anche l’altro occhio, scrivo queste due righe….

A me, come ad altri miei colleghi, si rivolgono quotidianamente persone che mediamente stanno già bene, e che vogliono provare ad intraprendere strade ancora sconosciute per vedere quanto in là possono spingere la loro macchina perfetta : IL CORPO.

La prima domanda che pongo loro è sempre la stessa: Che Obiettivo ti poni?…Ovviamente sapere dove si vuole andare è decisamente importante…Nessuna persona sana di mente preparerebbe una valigia con costume e giacca a vento, infradito e moon boot per andare in vacanza senza sapere dove.

La risposta è sempre la stessa…perdere un po di grasso, tonificare il gluteo e l’iterno coscia, spalle e pettorali e l’immancabile addome!

Una volta stabilito questo, parte la mia interminabile sequela di domande, per cercare di reperire quante più informazioni possibili, anche quelle che pensate di tenere nascoste! 😉

Alla fine scopri sempre che la persona, si sta bene, ma potrebbe stare meglio. In particolare lamentano tutta una serie di sintomi aspecifici quali, difficoltà digestive, stanchezza cronica mattutina, sonno disturbato, difficoltà e irregolarità nell’andare in bagno, episodi di abbuffate incontrollate ecc ecc…Questi sintomi possono dire tutto e niente…

Mangiano magari bene, ma non benissimo, pensano di bere, ma non bevono ecc ecc…

Ma allora, siamo sicuri che l’obiettivo principale sia davvero quello meramente estetico??

 

Si sicuramente il loro si, ma non il mio…no il mio primo obiettivo decisamente non è quello.

Se lavorate con la salute delle persone, il primo obiettivo, anzi nel 90% dei casi l’unico che deve starvi a cuore è proprio questo…la SALUTE…

Ma come potete pensare che il vostro corpo, migliori davanti allo specchio se è marcio dentro??

Preoccupatevi e preoccupiamoci prima di aggiustare tutto ciò che non va;

  • cerchiamo di riequlibrare il giusto ritmo del sonno, ottimizzando il riposo notturno…questo potrebbe far si che svegliandoci la mattina invece che essere dei bradipi dormienti fino alle 11, possiamo essere già belli attivi e pimpanti di primissima mattina.La nutrizione potrebbe venirci incontro. Provato mai a spostare il grosso del quantitativo glucidico (i carboidrati) la sera a cena?
  • cerchiamo di capire quali alimenti ci creano gonfiore o difficoltà digestive e perchè. Dicono tutti che i carboidrati sono carboidrati, e che la fonte da cui li reperiamo è indifferente purchè sia di buona qualità. Ma è proprio cosi? Assolutamente no!! La nostra flora batterica intestinale, risponde e può rispondere, accetta e metabolizza diversamente in ognuno di noi carboidrati e fibre con conseguenze corporee differenti. Conoscerci, ascoltarci è fondamentale per eliminare semplici fastidi che altrimenti potrebbero cronicizzare.
  • Stitichezza e diversa composizione delle feci. Un capitolo importante nella vita di ognuno di noi. Sappiamo tutti quanto è fastidioso il gonfiore che si ha dopo giorni in cui non si va in bagno. Ma perchè non ci riusciamo? La nostra alimentazione è povera di fibre, o al contrario ne è troppo ricca? E di che tipo, solubili o insolubili? e il loro rapporto? Tanti zuccheri semplici nelle nostre giornate? Acqua sotto 1 litro al giorno?
  • Ho un problema nella vita di tutti i giorni e lo sfogo mangiando. E qui mi fermo perchè non sarebbe giusto addentrarsi in un discrso cosi ampio…

Potrei andare avanti per ore, ma il punto non è farvi un elenco di queste problematiche ma solo farvi comprendere come, ricercando il miglioramento estetico come obiettivo ossessivo o quasi,state solo spostando il focus del problema da un punto ad un altro. La ricerca del benessere parte da dentro, dalla base. Per vedermi meglio devo aggiustare tutte queste piccole problematiche che sommate fanno la differenza. Ecco perchè i percorsi durano mesi, in alcuni casi anni. Perchè prima ci sono periodi di prove e prove per capire da dove nasce il problema e quale potrebbe esserne il rimedio. Perchè se avete una macchina con una ruota bucata non partite per andare in vacanza, dicendo..” vabbè poi magari durante il viaggio l’aggiustiamo.” No posticipate la partenza a quando anche la gomma sarà riparata. E cosi vale per il nostro corpo. Prendercene cura, prima di aspettarci cambiamenti estetici.

E ve lo assicuro, nel momento in cui tutto tornerà a risplendere in voi, sarete i primi a vedervi con occhi diversi, migliori e con il culo più sodo! 😉

UN PUNTO DI VISTA DIFFERENTE PER L’ANALISI DEI PROBLEMI: IL PENDOLO INVERTITO

I miei articoli sono sempre frutto di esperienze vissute nella quotidiana pratica lavorativa dove mi trovo ad affrontare problemi e richieste tra le più disparate, anche di non mia pertinenza professionale. Quando questo accade, non essendo io tuttologo,rimando sempre alla figura medica di competenza ma se posso cerco di far riflettere o dare spunti su cui riflettere circa la problematica sollevata.

Ieri accade che una persona lamentava giramenti di testa e dolore cervicale. E grazie al piffero chi non ne ha???

Quando capitano problemi come questi poter fare diagnosi, oltre che sempre sbagliato perchè non di mia competenza lo ripeto, è assolutamente difficile per totale mancanza di informazioni. Cioè in parole povere può essere tutto o niente, non lo so!

Una cosa però che uso tantissimo è: IL PENDOLO INVERTITO.

Metto la cartina geografica e con un pendolo al quarzo misto a platino, forgiato dal fuoco a 3653 gradi vicino al sole cerco di individuare il problema…………………….

Ovviamente è una cagata!

Nessuno strumento, semplici osservazioni.

Il nostro corpo è alla perenne ricerca di un equilibrio, non è mai in statica completa ma sempre il leggero movimento. Quello che viene definito sistema tonico posturale altro non è che un complesso sistema di informatori che il nostro organismo usa per recepire informazioni interne ed esterne e che gli permettono di adattarsi continuamente e mentenere un EQUILIBRIO. Ovviamente i canali da cui reperire informazioni sono tanti e differenti tra loro.

Se tutto è in fisiologia e quindi funziona correttamente, osservando una persona ferma ad occhi aperti in posizione anatomica dovrete scorgere una leggera oscillazione, come un pendolo appunto, di circa 3 gradi.

In realtà non è detto che sia cosi, che vada tutto bene,nemmeno in questo caso. E perchè? Abbiamo detto prima che il nostro corpo usa tutta una serie di informatori che inviano segnali dall’esterno per far si che il nostro corpo assolva alla sua funzione principe ovvero mantenersi in piedi in equilibrio per molto tempo senza alcuna o poca fatica. Bene, detto questo è possibile, e in realtà quasi sempre accade, che uno di questi recettori sia difettoso, abbia un problema, e che sia però compensato da un’altro canale di ingresso.

Mi spiego meglio.

Immaginate di avere un problema ai denti, ( ma che io non ne sia a conoscenza) Bene, Vi mettete in piedi,fate il pendolo e tac nessun problema: oscillazione perfetta. Poi vi chiedo aprire la bocca. Le oscillazioni aumentano. Poi vi chiedo di chiudere anche gli occhi. Magia, oscillate che manco un terremoto dell’8 grado saprebbe fare di meglio. Cosa è accaduto? Semplice, abbiamo evidenziato un problema ai denti, probabilmente compensato dagli occhi!! Magicabula sono un magooooooooooooooo!!! No manco per niente…

Non appena ho eliminato l’elemento di rinforzo ovvero la vista, si è evidenziato l’elemento di disturbo avvero l’articolazione temporo mandibolare. Questo può valere per tutti gli altri informatori!

Ora abbiamo un elemento in più. E’ vero che aveva problemi ai denti questo soggetto? Chiedamoglielo!

Risposta: ” Si è vero e non lo avevo mai curato”.

Guarda caso porta anche gli occhiali. La sua vista si sta sforzando tantissimo per sopperire alla problematica mandibolare!

I giramenti di testa e i dolori cervicali dipendono da questo?? Ancora non lo sappiamo, ma abbiamo sicuramente un elemento in più su cui lavorare e quantomeno sapremo indirizzarlo da uno specialista per risolvere il suo problema e vedere se la sintomatologia migliora.

Ora tutti al pendolo!!

LA FLESSIBILITA’ METABOLICA SPIEGATA ALLA NONNA

Il titolo è imbarazzante lo so ma come ho più volte scritto, questo è il mio CARO DIARIO e voglio che tale rimanga. Quindi ve lo dico subito, se siete dei sapientino, dei Nerd fissati con numeri,calcoli che spaccano il centesimo o topi da laboratorio questo articolo non fa per voi. Se invece siete alle prese con un corpo che non va nella direzione che vorreste, allora potete continuare a leggere.

Tenterò ( vi prego di scusarmi e di correggermi se leggendo noterete imprecisioni) di spiegare che cosa è e che cosa significa flessibilità metabolica come se dovessi spiegarla a mia nonna. Sapete nei vari blog, siti e nelle pagine dei vari professionisti del settore fitness,salute,allenamento e nutrizione, leggo spesso bellissimi articoli ma scritti con una complessità tale che molte volte rimangono elitari, quasi come si avvertisse la paura di far diventare popolari concetti importantissimi per il mantenimento di un buono stato di salute. Ecco, io voglio uscire da questo schema, ritornare tra la gente e vedere se ho qualcosa da dire e soprattutto se a qualcuno possa interessare.

Vi ho già annoiato lo so, tantè che la nonna a cui devo spiegare la flessibilità metabolica si è forse addormentata!

Nonnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Sveglia!!!

Bene, dicevo, immaginiamo il nostro corpo come una macchina, una macchina futuristica con due serbatoi dal quale attingere il carburante per compiere la sua funzione,ovvero permetterci il movimento. Questi due serbatoi non sono grandi uguali ne hanno la stessa miscela al loro interno. Ne abbiamo uno grande riempito con i grassi e ne abbiamo uno più piccolo riempito con gli zuccheri ( di deposito quindi detto glicogeno). La nostra automobile viaggiando per 24 ore utilizzerà entrambe le miscele di carburante, quindi attingerà da entrambi i serbatoi ma in proporzioni diverse. Se durante la nostra giornata viaggiamo a velocità costante e bassa, il carburante verrà preso preferibilmente dal serbatoio con i grassi, ma nel momento in cui accelleriamo inizieremo ad attingere sempre piu dal serbatoio con gli zuccheri e in proporzione sempre meno da quello dei grassi. E più accelleriamo piu il carburante verrà fornito dagli zuccheri. Viceversa a macchina quasi spenta, il carburante sarà quasi esclusivamente fornito dai grassi e poco o pochissimo dagli zuccheri.

E figo, fin qui. Quindi cos’è la flessibilità metabolica? E’ la capacità della nostra macchina di attingere da serbatoi diversi con carburanti diversi a seconda di quanto veloce andiamo per strada!! Vai veloce?? Zucchero! Rallenti e vai piano? Grassi! Quindi si avete indovinato, se lo trasportiamo al corpo umano, di notte o quando state seduti in ufficio state consumando grassi, quando vi allenate ( specie se ad alta intensità) consumate zuccheri! Ok,allora se voglio dimagrire, devo dormire!!! Wowowowo. Bhe non proprio, ricordatevi sempre che il serbatoio che vi manda avanti l’automobile quello è, ha quella capacità li,circoscritta a quel totale di litri. Se consumate tanto dal serbatoio dei grassi durante la vostra ora di allenamento, per le restanti 23 dovrete attingere al serbatoio dei carboidrati!! E se invece provate a fare il contrario? Se provate ad attingere tanto dagli zuccheri durante la vostra ora di allenamento? Eh allora dovrete poi attingere tanto dal serbatoio dei grassi per le restanti 23 ore!! Ora io in matematica avevo 4 ma  23 a casa mia ( e pure a casa vostra) è più di 1.  Lascio a voi le ovvie conlusioni.

Ok e questo funziona per chi ha un corpo con una buona FLESSIBILITA’ METABOLICA.

E se dovesse essere alterata? Cosa succede? Succede che il vostro corpo utilizza per la maggior parte del tempo zuccheri,risparmiando grassi e ve ne accorgete empiricamente se dopo 2 ore da un pasto avete nuovamente cali di energie,fame,voglia di carboidrati. La vostra automobile non è in grado di usare i due serbatoi, ma ne risparmia sempre uno ( grassi) usando costantemente l’altro zuccheri, segnalando continuamente spia rossa, quindi bisogno di rifornimento.

Il discorso ovviamente sarebbe molto più vasto e complesso di cosi, anzi mi scuso se ho banalizzato e semplificato troppo, se volete saperne di più…….vi rimando ai link dei professoronidamillelaureeesupercalifragilistichespiralitoso de sti cazzi che trovate sul web.

HO UN PROBLEMA: SI CHIAMA “MANIA DEL CIBO PROTEICO”

Quando ho pensato al sito ho pensato ad un posto dove poter dar sfogo ai miei pensieri in modo puro,libero e incondizionato. Non un sfogo a caso di cose senza senso ci mancherebbe, so bene qual è il ruolo che la mia professione mi impone, ma l’obiettivo che mi sono posto inizialmente è stato quello di arrivare alla gente, di entrare nella testa della gente, capire le loro paure i loro dubbi le loro perplessità le loro convinzioni che non portano da nessuna parte, prenderle e in maniera semplice destrutturarle per poi ristrutturare.

Se ci sto riuscendo non lo so, ma continuerò a farlo perchè mi piace pensare che possa essere utile,anche ad uno solo dei miei lettori.

Ciò che sto per dirvi voglio che vi porti come sempre ad una riflessione, inizialmente e che dia il la ad un approfondimento ulteriore. Ci tengo a dire e lo ribadirò poi che non è una diagnosi ne ho idea se esisita o meno un qualche studio che confermi la mia tesi. E’ un pensiero e oggi mi ha dato sempre ragione e come tale ve lo espongo!

 

Credo che ormai tutti, ( si ho fatto outing) conosciate il mio passato da anoressico e poi bulimico e,anche se non ve ne frega nulla, questa è la premessa fondamentale per dirvi che certe cose ti segnano e ti permettono di indossare un paio di occhiali magici tipo quelli bionici dei biker mice ( cartone della mia infanzia con dei topo robotici fantastico) che permettono di scrutare all’interno delle persone e vedere per prime,le cose che voi volete nascondere, a me e a voi stessi. Non sono un mago, sono semplicemente uno che si è dovuto spogliare più volte dei suoi abiti, fatti di paure e bugie e che oggi non ha problemi a mostrare natiche costruite a suon di verità.

 

Sapete come riconosco in fase iniziale una donna o un uomo che inizia ad avere un disturbo nella percezione del corpo e del cibo con seguenti attenzioni maniacali per tutto ciò che riguarda il suo fitness e il suo “benessere”?

In fase di anamnesi quando una persona si rivela particolarmente attenta all’assunzione di proteine durante la sua giornata!

Ovvio non sto parlando di sportivi, BB o professionisti che sanno quello che fanno, ma prendiamo una ragazza 18enne che un bel giorno decide di cambiare rotta. Vuole vedersi e sentirsi meglio. Si segna in palestra, timidamente, si fa seguire, migliora, decide anche di cambaire da sola le proprie abitudini alimentari per massimizzare i risultati.

Ecco , questo è il momento piu delicato. LE PROTEINE NON DEVONO MANCARE MAI. Gente di 50 kg che mangia 80 gr di bresaola per merenda, uno yogurt greco al pomeriggio, uno prima di andare a letto perchè senza le caseine catabolizzo, 200 gr di pollo a pranzo e 350 di merluzzo a cena. Poi se proprio non mi fa schifo anche 300 gr di albume la mattina cotto cosi in padella. L’importante è che le proteine ci siano.

 

L’associazione è antica. PROTEINE=MUSCOLO—> MUSCOLO= ASSOCIAZIONE VISIVA A CORPO MAGRO—> POCO GRASSO= IN FORMA!!!

WOWOOWOWWOWOWOOW!!! FIGO!!!!

Quando una persona è diventata schiava del suo obiettivo, quello di piacersi, inizia a controllare ogni cibo che ingerisce prediligendo di gran lunga quelli fortemente proteici.

Se vi capita di essere cosi, leggendo queste righe, provata a guardarvi dentro, e chiedetevi se cosi è o non è, chiedetivi se anche voi siete schiavi della vostra forma fisica, delle plice di grasso inesisitente sul vostro addome, se la paura di un pasto senza proteine vi getta in un burrone alto 30 metri dal quale non ci si riprende se non prima del prossimo pasto dove recupererò anche le proteine perse in quello prima, se ogni giorno quando penso ai miei pasti per prima cosa penso alle fonti da cui reperire proteine e poi se capita penso anche al resto.

La convinzione proteine= corpo magro vi ha fregati.

Ora non resta che ammetterlo, e decidere di cambiare.

 

P.S. tengo a precisare che quanto scritto non è assolutamente una diagnosi medica di patologia di disturbo del comportamento alimentare per la quale ci sono criteri diagnostici ben precisi e ben più ferrei, ma la semplice osservazione del comportamento del genere umano con il quale io vengo in contatto quotidianamente.

L’OSSESSIONE DELL’OBIETTIVO DA RAGGIUNGERE

Se anche voi siete alle prese con un programma di lavoro che debba donarvi un corpo nuovo, allora questo messaggio fa per voi.

Fatevi la domanda: sono ossessionato dal mio obiettivo? Mi sto perdendo qualcosa per strada? Me lo sto godendo questo percorso? li sto ascoltando i messaggi del mio corpo? Sto capendo qualcosa in quello che sto facendo?

Rispondetevi e poi leggete.

Non voglio essere presuntuoso ne un dispensatore di consigli, semplicemente ci sono passato e ancora oggi alle volte mi faccio quelle domande per capire se sto impostando bene la mia persona in relazione a ciò che dovrò andare a fare.

La faccio semplice. Voi dovete andare da un punto A ad un punto B. Il punto A è chi siete oggi, il punto B è chi vorreste essere domani, il vostro IO futuro. Non esisite, e qui aspetto volentieri una smentita, un percorso diretto, diritto e falice da A a B. Mai! Il vostro tragitto è una montagna, con una salita e una discesa. Durante questa salita e questa discesa incontrerete anche dei punti di ristoro, pianeggianti. A che mi servono? A riprendere fiato!! L’Everest non è stato scalato in mezza giornata! Hanno piantato tende, hanno mangiato, bevuto, hanno recuperato energie, per poi ripartire. Se voi oggi intraprendete un cammino siete super motivati, i risultati arrivano e voi siete ancora più motivati, poi succede inevitabilmente che ne arrivano un pò meno, poi meno ancora, poi ancora,poi non arrivano più. Ecco, quello è il segnale che siete giunti al primo ristoro. Non assilatevi, non abbattetevi, recuperate, respirate, focalizzate l’obiettivo, rimanete lucidi e pianificate il proseguo e quando siete pronti ripartiti. E’ un percorso lungo dove si alterneranno viste e paesaggi meravigliosi, a dirupi pericolosi e orizzonti grigi. Sarà sempre cosi sia in salita sia poi nella discesa dall’altra parte del versante. Le pause servono, e sono l’unico modo che avete per riprendere consapevolezza di dove state andando e se lo state facendo nel modo giusto. Non abbiate fretta di arrivare a B cosi come in questo tempo non ne avete avuta quando si trattava di dilaniare il vostro corpo a colpi di divano e schifezze.

Noto come moltissima gente non si goda mai il cammino, il percorso, non osservi, non fotografi, non cerchi di portare con se quanti più ricordi possibili del viaggio che sta facendo. Tutti sempre puntati all’obiettivo finale, mai nessuno che divide il suo percorso in step intermedi. Il loro motto è tutto e subito che nemmeno mago merlino ce la farebbe.

Un’ultima cosa volgio dirvela…costoro sono quelli che al loro B non ci arriveranno mai..perchè?…perchè un vero punto B non ce l’hanno mai avuto….