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IL RACHIDE,CONOSCERLO PER ALLENARSI AL MEGLIO

La più semplice spiegazione possibile al perché è giusta cosa mantenere l’arco lombare durante l’esecuzione degli esercizi in palestra… COMPRESA LA PANCA PIANA!!!!

Il rachide è una struttura assai complessa che deve per sua natura soddisfare richieste anche tra loro opposte:

  • solidità perché deve mantenere il peso del nostro corpo e proteggere il midollo spinale
  • elasticità perché dovrà assorbire al meglio tutte le sollecitazioni esterne
  • mobilità perché dovrà permetterci di muovare il nostro corpo nelle diverse direzioni

 

Il rachide è formato da 34-35 vertebre interposte a strutture fibrose chiamate dischi intervertebrali.

Le vertebre vengono cosi suddivise:

  • 7 vertebre cervicali
  • 12 vertebre dorsali
  • 5 vertebre lombari
  • 5 vertebre sacrali fuse tra loro a formare il sacro
  • 4-5 vertebre coccigee fuse tra loro a formare il coccige

 

Quindi suddividendo in tal modo il rachide possiamo facilmente distinguere 4 zone lungo tutto il suo percorso:

  •  zona cervicale
  • zona dorsale
  • zona lombare
  • zona sacrale
  • zona cocciegea

A seconda della zone considerata la vertebra avrà caratteristiche, dimensioni e struttura differenti che risponderanno a seconda dei casi alla funzione di mobilità o solidità.

Il rachide in condizioni fisiologiche, sul piano frontale si presenta con un andamento rettilineo a parte una leggera concavità verso sinistra all’altezza del cuore. Osservato sul piano sagittale il rachide ha invece andamento curvilineo.

Distingueremo le seguenti curve fisiologiche

  •  lordosi: curvatura del rachide con concavità rivolta posteriormente e convessità rivolta anteriormente.
  • cifosi: curvatura del rachide con concavità rivolta anteriormente e convessità rivolta posteriormente.

Cifosi e lordosi sono appunto CURVE FISIOLOGICHE del rachide e la loro funzione principale è quella di aumentare la resistenza ai carichi che è direttamente proporzionale infatti al numero di curve presenti.

La legge che governa tali struttura afferma che la resistenza al carico sarà uguale al numero di curve al quadrato più una ossia:

R=N2+1

dove:

R= resistenza

N=numero di curve

 

quindi:

N=0 => R=1

N=1 => R=2

N=2 => R=5

N=3 => R=10

 

DETTO QUESTO RISULTA EVIDENTE L’IMPORTANZA DEL MANTENIMENTO DELLE NATURALI CURVE FISIOLOGICHE DURANTE L’ESECUZIONE DI TUTTI GLI ESERCIZI AL FINE DI GARANTIRE UNA MASSIMA SOPPORTAZIONE DEL CARICO.

Ora andate e allenatevi al meglio!!