EVOLUZIONE, GENI E OBESITA’
Metabolismo lento e ossa grosse sono le due caratteristiche fondamentali del corpo umano negli anni 2000. Chi non ne ha mai sentito parlare? Quando una persona in sovrappeso deve giustificarvi la sua condiziona utilizza alternativamente una delle due, se non addirittura entrambe nei casi più estremi.
Voi annuite e ve ne andate.
Non esistono.
Oggi sovrappeso e l’obesità sono divenute malattie diffusissime a livello mondiale tanto che si stima siano circa 1 miliardo le persone con un BMI ( che lo ricordo è il golden standard per la misura della condizione suddetta) maggiore di 25 e circa 350 milioni i soggetti definibili obesi. Eppure è buffo pensare che le istituzioni mediche nazionali e internazionali solo negli ultimi 20-30 anni hanno iniziato a definirla come un vero e proprio disturbo clinico, come malattia e non più come semplice condizione estetica proprio perché ci si accorse che le conseguenze portate da un eccesso di tessuto adiposo erano incompatibili con la SALUTE.
Come si arriva al sovrappeso? Parliamoci chiaro senza frondoli: si mangia, si mangia tanto e male e non ci si muove. Punto. Eppure nel corso degli ultimi anni è avanzata l’ipotesi ( che poi tanto ipotesi non è) che ci possano essere fattori predisponenti, fattori genetici che aumenterebbero in alcuni soggetti le possibilità di accumulare grasso e farlo più facilmente di altri, aumentando quindi il rischio di arrivare a condizioni patologiche e sviluppare tra le altre anche la famosa sindrome metabolica.
Tra queste,una delle più interessanti è quella del genotipo/fenotipo thrifty. Ovvero un genotipo/fenotipo per cosi dire risparmiatore.
Tornando al passato,ai nostri antenato scopriamo come 10 000 anni un genotipo di questo tipo fosse notevolmente avvantaggiato. Perché? Perché in un epoca in cui non vi erano farmaci, il cibo scarseggiava e non sempre c’era la possibilità di reperirlo essere magri era una condizione di rischio! Quindi esprimere questo genotipo ed essere predisposti ad accumulare riserve offri un vantaggio a questi soggetti. Ovviamente in termini evoluzionistici tale genotipo è stato selezionato come caratteristica ottimale, è stato selezionato positivamente arrivando nei secoli fino a noi. Il grasso corporeo che vi piaccia o no è la nostra riserva energetica per la vita. Il corpo non vuole mai privarsene perché lo reputa un segnale di allarme, e risponderà sempre e comunque combattendo affinchè resti. Ecco perché ogni strategia dimagrante se non opportunamente ciclizzata porta inevitabilmente allo stallo! Perché il corpo vi da fino a che reputa possibile dare, poi stop. Il tessuto adiposo in termini di evoluzione e ottimizzazione della specie è fondamentale. Oggi questo genotipo si è di fatto tradotto in fenotipo, diventando una nostra caratteristica biotipologica. Sono cambiate però le abitudini, è cambiato l’ambiente e la disponibilità di cibo, è cambiato il concetto di salute. Tutto questo ha fatto si che da genotipo favorevole per la sopravvivenza esso si trasformasse in fenotipo sfavorevole, in quanto causa apposizione centrale di tessuto adiposo predisponendo a rischio di morte per malattie cardiovascolari ( una fra tante).
Se Gianni e Luca mangiano la stessa quantità e qualità di cibo, fanno esattamente lo stesso lavoro, fanno esattamente lo stesso sport, pesano uguale e sono alti uguali otterranno alla fine del loro percorso comunque risultati completamente diversi. Gianni potrebbe dimagrire, Luca potrebbe essere ingrassato. Un motivo potrebbe essere proprio insito nei loro geni. Ho detto potrebbe.
Già li vedo i grassottelli di turno che mettono la spunta su una terza scusa: metabolismo lento, ossa grosse e DNA cornuto!